Giornate della SPERANZA - tre giorni per guardare, parlare e agire con il cuore aperto alla speranza
- 15 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Quest’anno scolastico all’istruzione familiare Lola Sacchetti è stato speciale: è stato l’anno della Speranza. Per celebrare questo dono prezioso, tutta la scuola ha vissuto tre giornate particolari, chiamate Le Giornate della Speranza. Tre giorni diversi e ricchi, ognuno dedicato a una parola-chiave: Sguardo, Parole e Gesti.
Primo giorno: SGUARDO
Il cammino è iniziato nella chiesa di Sant’Ilario d’Enza. Qui Maura, con dolcezza e profondità, ha guidato i bambini a riflettere su cosa significhi guardare davvero. Attraverso alcune storie, hanno scoperto che lo sguardo va educato e che non bisogna mai darlo per scontato, perché da come si guarda nasce il modo in cui si vive.
Dopo l’introduzione, tutti si sono immersi in uno spettacolo teatrale coinvolgente: Il Cantico delle Creature di Fra Marco Finco. Luci, coreografie e musica hanno fatto sentire grandi e piccoli parte della creazione, insieme al sole, al vento, all’acqua e alla terra. Tornati in classe, i bambini hanno liberato la fantasia: pennelli, tempera, colori e tanta creatività per dare vita a opere ispirate al Cantico.
Secondo giorno: PAROLE
Il secondo giorno è stato dedicato al potere delle parole. Ogni classe ha partecipato a un laboratorio speciale: poesia, musica e scrittura, guidati da esperti che hanno insegnato quanto sia importante scegliere parole che costruiscono e portano bene.
In seguito, grandi e piccoli hanno lavorato insieme in gruppi misti per dare vita alle “parole di speranza” usando solo materiale di riciclo. Ogni gruppo ha scelto una parola – come pace, coraggio, cura, silenzio – e l’ha trasformata in un’opera d’arte. I lavori sono stati esposti nei corridoi della scuola, dove i genitori hanno potuto ammirarli e votare quelli che li hanno emozionati di più. È stato sorprendente vedere come da materiali semplici siano nate creazioni piene di significato e bellezza.
Terzo giorno: GESTI
La speranza non resta ferma: cammina, si muove, diventa azione. E cosa c’è di più potente di un gesto concreto? L’ultimo giorno ha portato tutti a Parma, nel cuore della città, al Piazzale della Pace, dove la comunità di Sant’Egidio ha organizzato laboratori e attività per riflettere su come anche i piccoli gesti possano cambiare il mondo: un seme piantato, un sorriso, un aiuto dato senza chiedere nulla in cambio.
Nel pomeriggio, bambini e insegnanti hanno vissuto un momento profondo: un piccolo pellegrinaggio a piedi e il passaggio attraverso la Porta Santa della Cattedrale di Parma. È stato un gesto semplice ma pieno di emozione, come entrare in un grande abbraccio di speranza.
La speranza ha un volto
In queste tre giornate, gli insegnanti hanno cercato di accompagnare i bambini a scoprire che la speranza non è solo una parola. È uno sguardo che vede il bene, una voce che consola e incoraggia, una mano che aiuta senza chiedere nulla in cambio. È Gesù che ci guarda e ci invita a guardare come Lui. Ma soprattutto, la speranza siete voi, bambini: perché nei vostri occhi, nei vostri sorrisi e nelle vostre mani che costruiscono il bene, la speranza diventa vera e viva, oggi e domani.